Testo critico di Daniele Radini Tedeschi
Testo critico di Daniele Radini Tedeschi, Atlante dell’Arte Contemporanea De Agostini 2020
MAURIZIO D’ AGOSTINI L’alfabeto segreto della scultura di Daniele Radini Tedeschi In molte statue o sculture ernergono valori poetici ma se questi fossero l’unica peculiarità di Maurizio D’Agostini non vi sarebbe distinzione con gli altri grandi nomi del Secondo Novecento quali Marini Messina O Mazzacurati solo per citarne alcuni D) Agostini propone un. lirismo gen,erale alla ~-u_naa rrazione e non alle singole opere, quasi come se Iniettasse la sua elegia ad un mondo a se stant~~ le_cui gerarchie fantasiose esistono perché è lui stesso, 1 artista, ad averle erette. Se gli altri suoi colleghi scolpiscono, d’ Agostini plasma i11 senso demiurgico o nella maniera in cui gli alchimisti -di Praga modellavano i loro Golem. – E l’effetto che si prova quando si approda alla sua produzione non è poi così dissimile da quello percepito nel 197 4 dal contadino cinese Yang Zhif a quando per caso scavando in un pozzo scoprì il Mausoleo di Shi Huanghi col suo celebre Esercito di Terracotta. Nel trovarsi di fronte a queste otto mila sta tue di guerrieri armati si prova ancora oggi un senso di spaesamento: è come se la nostra percezione cl.ella realtà sia messa in scacco dalla potenza dell\nvenzione, come se la prassi venga minacciata dalla forza della creatività. Chi è stato così grande nell’aver prodotto un simile repertorio di umanità surrogata e alternativa? Ecco questa è la don1anda che nasce al contatto con le statue di D’ Agostini, il quale invece di imitare il vero ha preferito reinventarlo_, costruire una seconda società di parvenze con altri uomini, altri idoli, ulteriori mitologie. Se ora noi conosciamo 1) eroismo di Eracle, la storia del Minotauro e la fucina di Vulcano grazie ad una tradizione collettiva, quando scomparirà D’ Agostini nessuno più sarà custode dei segreti di quelle figure cl1e d)un tratto assumeranno !)imperturbabile mutismo delle sfingi .. ·n silenzio è infatti il protagonista di questo epos la cu1 grandezza appare delicatamente percepita attraverso ·un linguaggio ruvido, quasi extra-terrestre. . .. cclRi e e la Regina” è forse il suo gruppo sc:11tore~ p1u emblematico, con la coppia dei sovrano unita ass1en,1,: da un comune destino, ·presumibilmente avverso. Vi e qualcosa di religioso come in molta statuaria fun~raria, senza però traccia di dolore e di tristezza. I volti conservano una solennità austera, un rigore del ruolo appartenuto solo ai grandi spiriti della storia: Saul, :ì~ti: la, Macbeth, Lear. Perché il ti taoismo di D, Agost1n1 e qualcosa di diverso dal gigantismo oggi troppo di moda: non è un fatto di misure ma di altezza~ morale ovviamente. Titanismo come tracotanza, accettazione del prop,rio crollo, come un rodico colosso conscio del suo imminente sgretolamento. La fine di un regno, percepita, è parte integrante del grande disegn.o del re-sacerdote. Inoltre l~idea di potestà viene desunta attraverso i medioevali concetti di imperio e potere temporale: se la coppia sacerdotale Re-Regina rappresentano quello che era l’autorità politica, il gruppo dei Pianeti funge da guida astrale perciò spirituale. Entrambi sono organismi universali che si scontrano per la supremazia dell~ altro. Questi pianeti sono archetipi di forze antiche, grandezze incomunicabili, simulacri di domini celesti. Marte (terracotta dipinta, 2004) è una sagoma tonante di terribile solennità ieratica .. Nettuno (terracotta~ 2008) è una scultura abissale, turrita come un bastione sommerso divenuto tana, magione, avamposto. Come il polpo deformato nella fessura della roccia, questa deità penetrata regna poiché nascosta nel suo bunker affondato che Io rende simile ad un pinguino del male. Urano ( terracotta dipinta 2009) invece è la fine, la p·otenza col_pita, segmentata, oggettualizzata. Protesi di corpo geometriche come mensole o grucce~ questi anelli planetari sono emanati da quel corpo come schegge, escrescenze,. satelliti. Urano, con le sue orbite lente e a bassa luminosità} è un gigante ghiacciato simile ad un L·ucif ero dantesco co11ficcato nel p,ozzo estremo.