Maurizio D’Agostini nasce a Vicenza il 3 febbraio 1946. A quattordici anni abbandona gli studi regolari e per quattro anni frequenta i corsi di incisione, sbalzo e disegno presso la Scuola d’Arte e Mestieri di Vicenza. Sono questi gli anni in cui apprende i rudimenti della decorazione per l’oreficeria, approfondendo in particolare il disegno ornato.
1964 – 1976
Scelta la strada dell’esperienza “sul campo”, compie il suo apprendistato di incisore-cesellatore sotto l’egida di maestri artigiani della grande tradizione vicentina. È grazie a questo fondamentale viaggio di bottega in bottega che la sua mano si fa più sicura, e gli consente di crescere nella tecnica dell’incisione a bulino.
D’altro canto la mentalità artigiana, chiusa e gelosa dei propri segreti, rappresenta per D’Agostini un vincolo sempre più opprimente, dal quale doversi liberare per cercare nuove forme d’espressione.
Nel biennio 1967-68 frequenta presso la Scuola d’Arte e Mestieri di Vicenza i corsi di pittura dell’artista Otello De Maria: un’occasione interessante per guardare oltre i confini dell’artigianato orafo. Nel 1969, apre un laboratorio di incisione e cesello, garantendosi con l’indipendenza economica e creativa la possibilità di approfondire la propria ricerca tra artigianato e arte. Mentre compie le prime esperienze come maestro per alcuni giovani apprendisti, la sua attenzione si sposta decisamente verso il mondo della calcografia. Esegue a bulino numerose lastre d’argento e, con una serie di calcografie prodotte a tiratura limitata dalla stamperia d’Arte Busato di Vicenza, riscuote i primi successi presso i collezionisti della città.
Nel 1978, sempre a Vicenza, una mostra allo Studio Pozzan raccoglie il lavoro di questo decennio: incisioni su argento e calcografie che dimostrano come il bulino sia diventato il principale strumento di espressione di D’Agostini.
Ed è proprio con il bulino che l’artista comincia a realizzare le prime sculture: piccoli sassi scolpiti accompagnano le contemporanee ricerche sulla modellazione della terracotta.
Tra il 1969 e il 1975 si colloca del resto un’esperienza fondamentale, che accompagna e giustifica questo risveglio creativo: D’Agostini recita con la compagnia teatrale “Gli Istrioni” di Otello Cazzola. Il teatro, il palcoscenico, il riflettere attraverso corpo e voce Molière, Shakespeare, Goldoni, Tennessee Williams, Edward Albee, permettono all’artista di prendere coscienza delle proprie potenzialità, mentre la severità del maestro-regista gli trasmette una rigorosità e una disciplina che caratterizzeranno le sue espressioni successive. L’avventura teatrale si chiude a metà degli anni ’70 perché la strada di D’Agostini è quella della materia; ma l’artista non smetterà mai di riflettere su un possibile connubio tra attori, scenografia e scultura
1977-1990
Nel biennio 1977-79, D’Agostini è maestro di incisione a bulino per i corsi serali della Scuola d’Arte e Mestieri di Vicenza; il suo lavoro di artista comincia ad essere apprezzato grazie alle mostre personali che realizza e alle collettive cui partecipa.
Nei primi tre mesi del 1982 viaggia attraverso gli Stati Uniti, soggiornando per un periodo nell’isola di Assateague, nel Maryland. L’isola è un parco naturale in cui vivono allo stato brado cavalli discesi da esemplari spagnoli, superstiti di un naufragio avvenuto tre secoli prima. Questo luogo, carico di suggestioni, rappresenta una tappa molto importante nel percorso di D’Agostini; l’incisione “La conchiglia di Assateague” (1982), donata al museo dell’isola, apre una fertile stagione creativa, in cui anche sculture e bronzi acquistano forza piena.
Nel 1984 conosce lo scrittore francese Léo Gantelet, che lo invita ad esporre ad Annecy. Questa mostra dà il via a una serie di esposizioni in numerose città francesi e svizzere (Annecy, Grenoble, Ginevra, Friburgo, Renans, Montreux, Honfleur, Deauville) e a lunghi soggiorni in Alta Savoia, Provenza, Bretagna e Normandia, durante i quali l’artista allestisce alcuni atelier per scolpire le pietre che quei luoghi gli offrono.
Nel 1987 tiene un corso di incisione a bulino presso il Centro Internazionale della Grafica di Venezia, con il quale collabora anche realizzando alcune cartelle di incisioni. Grazie alla segnalazione dell’amico Orazio Parisotto (Premio Emile Noel 1990, Bruxelles), fondatore dell’UNIPAX (Unione Mondiale per la Pace), realizza l’incisione “L’albero della vita” (1987), immagine-simbolo della sesta edizione del concorso “I giovani incontrano l’Europa”, indetto dalla Rai.
La ricerca di Maurizio D’Agostini è ormai totalmente rivolta alla scultura, ma vivo resta il suo interesse nei confronti di altre manifestazioni artistiche. La scultura “Il tempo” (1985) diventa il simbolo di “Laboratorio 1”, istituto di ricerca tra arte, economia e comportamento umano, creato da Giulietta Cozzi nel 1988. Con “Laboratorio 1” D’Agostini collaborerà alla realizzazione di una rappresentazione teatrale itinerante che, coinvolgendo scenografia, musica, espressione corporea e recitazione, costituisce la sintesi artistica della ricerca sperimentale intitolata “Il gioiello come strumento di conoscenza”.
Con la scultura “Il cavaliere del futuro” (1988), realizzata per Palazzo Lares di Vicenza, prende il via un interessante sodalizio artistico con Carlo Moretti, architetto milanese. Collaborazione che proseguirà con la realizzazione di una scultura monumentale per la Galleria Crispi a Vicenza. Caratterizzate da una nuova attenzione dell’artista per le sculture di grandi dimensioni, queste esperienze vengono sostenute dalla “Futura Progetti” di Vicenza, promotrice di opere che coniugano l’intervento architettonico con l’arte della scultura.
1991 – 1997
Gli anni che vanno dal 1991 al 1997 sono estremamente produttivi e ricchi d’importanti contatti e relazioni pubbliche.
Dopo la grande mostra agli Archivi Napoleonici di Vicenza, nascono le sculture monumentali su commissione: “Il sovrano dell’isola” (1991), “La casa del vento” (1992), “Elevazione” (1992), “L’astronomo” (1994), “L’annunziatore” (1996), “L’educazione dell’anima” (1997), “Il nocchiero” (1997). Tutte queste opere vengono realizzate nella pietra di S. Gottardo e di S. Germano dei Colli Berici.
Il 1994 D’Agostini lo consacra ai “Sassi del Brenta”.
Dei cento ciottoli che scolpisce, cinquanta vengono realizzati nell’atelier di Honfleur, in Normandia; per questo avranno il titolo in francese: un modo per onorare un luogo e una regione tanto amate dall’artista. Negli anni, D’Agostini è puntualmente andato a raccogliere quei sassi nel greto del fiume, scegliendoli con cura uno per uno; questa “caccia al tesoro” è sempre avvenuta alle prime luci dell’alba, con un rituale quasi sacro. Le cento piccole opere gli vengono commissionate da Giuseppe Calgaro, grande amico e mecenate dell’artista, presidente della Balestra, antica e rinomata oreficeria di Bassano del Grappa. I “Sassi” verranno immortalati ne “L’oro del Brenta”, splendido libro trilingue, edito da Balestra, con i poetici testi di Luca Goldoni e le belle immagini di Fabio Santagiuliana. Pur essendo a tiratura limitata, questo libro ha valicato i confini nazionali, per arrivare nei paesi più lontani. In questi anni vengono realizzate mostre importanti, organizzate e sponsorizzate da enti pubblici stranieri: in Svizzera, a Montreux (1991); in Francia, a Lione (1993), a cura dell’Isti-tuto Culturale Italiano di quella città, e prima ancora a Seynod (1991), presso Annecy. Il municipio di Seynod acquista un’opera molto significativa, “Cursum Perficio” (1990), scultura in pietra moscatella di Costozza dei Berici, che viene collocata nel salone da cerimonie dell’Hotel de Ville. È un periodo di lunghi soggiorni oltralpe, dove D’Agostini riscuote notevoli successi. Del resto, la Francia è il suo paese d’adozione, dove intreccia legami profondi e salde amicizie che si consolideranno nel tempo; tutti incontri che si riveleranno determinanti per il futuro artistico e creativo dell’artista. Il 1997 si chiude con la grande retrospettiva alla Villa Cordellina Lombardi di Montecchio Maggiore: cinquanta sculture e settanta disegni. Finanziata e realizzata dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Vicenza, e allestita su progetto dall’architetto Giovanni Galla, la mostra avrà un grande successo di pubblico e di critica.
1998 – 2004
Anche il 1998 inizia con una mostra prestigiosa, realizzata nella sede dell’Associazione culturale “Le manoir de Cologny”, sulle colline di Ginevra; in quell’occasione, verrà presentato “Pourquoi – Perché”, una raccolta di trenta componimenti del poeta Léo Gantelet, interpretati da altrettanti pastelli di D’Agostini; una bella pubblicazione (Editions du Choucas) realizzata a quattro mani, frutto di un’amicizia di lunga data e di una profonda complicità intellettuale. Oltre al libro, questo connubio creativo si trasformerà anche in uno spettacolo itinerante, con musiche originali, voci recitanti e proiezione su grande schermo dei disegni; la pièce debutterà nel dicembre 1997, all’Auditorium Canneti di Vicenza, in collaborazione con l’Assessorato ai Gemellaggi (Vicenza – Annecy). Le altre rappresentazioni si terranno in Francia, alla Galerie Bagnorea di Annecy; in Svizzera, a Territet, nella proprietà “La Valletta, chez Ruttimann”. Di ritorno in Italia, lo spettacolo viene promosso dal Lions Club di Arzignano, e realizzato all’Hotel Michelangelo di Arcugnano (Vicenza); poi, sempre sui Colli Berici, a Villa Pigafetta Camerini di Montruglio, dove si arricchisce del contributo artistico del ballerino e coreografo Thierry Parmentier. Quelli che vanno dal 2000 al 2004 sono anni di instancabile approfondimento dei quesiti fondamentali dell’essere umano: il mondo interiore, il rapporto con la natura, lo sguardo verso l’universo.
Questa ricerca viene alimentata da un continuo confronto dialettico tra spirito e materia, tra il tentativo di scandagliare gli oscuri abissi dell’interiorità e l’impegno a un rigoroso esercizio della razionalità, tra l’elaborazione delle esperienze concrete della vita e l’anelito a svelare i misteri del cosmo.
È così che dall’argilla prendono forma, tra le altre: “Il silenzio” (2000), “Volo cosmico” (2001), “Trionfo dell’Alba” (2001), “L’uomo cosmico” (2001), “Il navigatore solitario” (2001), “L’uomo che si legge la mano” (2001), “Nascita dell’uomo cosmico” (2001), “Il re e la regina” (2002), “Nascita di Venere” (2002), “Saturno” (2002), “Zeus” (2002), “Sekhmet” (2002), “La regina” (2004), “Lighea” (2004). Queste sculture inaugurano una nuova fase creativa: da questo momento, l’artista inizia a dipingere le proprie opere con oli e acrilici, come facevano gli antichi. In questo periodo, D’Agostini espone in Francia, al Casino Royal di Evian e alla Galerie d’art Silvie Platini, a Veyrier du Lac.
L’ultima grande personale dell’artista risale al 2002. Allestita parte nel Palazzo Antico Ghetto e parte nel Chiostro del Beato Luca Belludi, all’interno della Basilica di S. Antonio, a Padova, viene finanziata e promossa dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Padova, con il determinante apporto dell’Assessore Vera Slepoj, grande estimatrice delle opere di D’Agostini. Dal 2002 l’artista è incaricato di eseguire i bronzetti destinati ai vincitori del Premio annuale della cultura della Provincia di Padova.
2005 – 2008
Periodo di studio, di ricerca, di viaggi e di sculture monumentali.
Nel 2005 vedono la luce opere come: “Venere” (IV pianeta) e poi “La musa ispirata”, “La casa dell’anima”, “Le ali della libertà” e il grande bassorilievo “La primavera”. Per “Le ali della libertà” il destino sarà più glorioso, avrà un percorso privilegiato. Scoperta da una coppia di facoltosi collezionisti americani e amanti dell’arte , i coniugi Judith e Douglas Krupp di Boston, durante il periodo della grande mostra in Basilica Palladiana (2006) a Vicenza; alta 38 cm. all’origine diventerà l’anno dopo grazie all’acquisto dei Krupp un colosso di bronzo azzurro alto cm. 230x360x180 del peso di 13 quintali e da allora si chiamerà “Freedom wings”. Partita per Boston nel febbraio del 2009, abiterà nel parco della villa Krupp. E’ la prima grande opera di D’Agostini che varcherà l’oceano.
“Freedom wings” o “Le ali della libertà” nel 2007 è anche diventata il logo del Festival biennale “M.S.P. Marvellous Sound Project” ideato e finanziato da Donna Lorena Camerini e si svolgerà appunto con cadenza biennale a Villa Pigafetta Camerini di Montruglio a Mossano (VI), primo festival internazionale del suono e pace.
2005 viaggio a Ostenda e Knokke Heist (Mare del Nord) per rivisitare musei e gallerie d’arte, la Fondazione del pittore surrealista Paul Delvaux a St. Idesbald e l’incredibile casa museo del pittore James Hensor a Ostenda.
Nello stesso anno esce una ricca monografia distribuita in Francia dall’editore Bernard Paccot per “Editions de l’Astronome”. D’ Agostini soggiorna poi a Parigi per fare delle ricerche sul cimitero Pere Lachaise e rimane colpito e ispirato dalla bellezza del luogo e dalle suggestive e storiche tombe monumentali.
Nel 2006 realizzazione della grande scultura in pietra bianca di Vicenza “La casa del vento” seconda versione, commissionata dall’Hotel Vergilius di Creazzo (VI) e collocata nel giardino in prossimità dell’entrata.
2007 – Grande scultura “Elevazione”, seconda versione in pietra gialla variegata di Nanto, posizionata a Costabissara (VI) collezione privata.
Mostra collettiva a Forli: al convento di S. Girolamo “Il mondo animale della natura” organizzata dal Museo Bargellini Magi di Pieve di Cento (BO).
2008 – Vedono la luce altri due pianeti: “Nettuno” e “Mercurio”: ne manca ancora uno, “Urano”, che è in fase di lavorazione, poi i pianeti saranno finalmente rappresentati tutti insieme in una prestigiosa mostra il 30 aprile 2009 alla Fondazione G.B. Cima da Conegliano.
Il 2008 è anche l’anno del “Premio Mezzalira” a Vicenza, manifestazione a cadenza biennale. La scultura “L’uomo delle stelle” viene scelta per diventare il riconoscimento dei personaggi del Veneto divenuti famosi in Italia e all’estero.
Collettiva “Reviews” alla Casa del Palladio. Vent’anni di acquisizioni nella collezione di scultura contemporanea del Comune di Vicenza.
Lungo viaggio in Uzbekistan (La via della seta) a Samarcanda, Bukhara, Khiva, Nourata: le influenze asiatiche nei colori e nell’architettura dei luoghi saranno di grande ispirazione per la realizzazione del sesto pianeta, “Mercurio”.
D’ Agostini amplia il suo studio e “apre” una scuola di scultura che avrà cadenza trimestrale. Il desiderio di trasmettere ad altri esperienze, tecniche e filosofie di vita diventa uno stimolo che dà molte soddisfazioni.
Nasce la grande opera monumentale “L’ Argonauta” iniziata alla fine del 2007 e portata a termine nel 2009: un colosso di bronzo alto cm 450x360x290 con un peso di 25 quintali. Commissionata da INOXTECH di Lendinara (RO), industriali di grande sensibilità, promotori d’arte e mecenati. “L’Argonauta” dopo una collocazione provvisoria all’entrata della Fiera di Vicenza, è stata posta definitivamente sulla rotatoria di ingresso della città di Lendinara.
2010 – 2019
D’Agostini partecipa a sei mostre collettive e realizza mostre personali a Ponte in Valtellina (SO), a Cortina D’Ampezzo (BL) presso l’Hotel Cortina e alla Biennale d’Arte di Asolo (TV). Nel 2013 Veneto Banca acquisisce le sculture in terracotta patinata de “I sette pianeti” e con queste opere allestisce una mostra nelle sedi principali italiane dell’Istituto Bancario: a Bari e a Fabriano a cui seguiranno quelle di Verona, di Verbania, di Vicenza e altre città.
Dal 2013 le sue opere di grafica e scultura sono in mostra permanente alla Galerie Denis Lacaux a Saint-Remy de Provence in Francia.
Il 2014 è l’anno del grande cambiamento. D’Agostini inizia un “nuovo” percorso artistico, quello della “pittura ad olio”.
Nell’inverno del 2014, D’Agostini trascorre un periodo di tempo in Francia, a Saint-Remy de Provence, nella casa-atelier dell’amico Patrick Persini, famoso pittore francese, il quale lo convince a confrontarsi anche con questo genere artistico a lui congeniale.
D’Agostini comincia a dipingere e a dedicarsi quotidianamente alla pittura ad olio, seguendo anche le indicazioni date dall’amico sull’antica tecnica ad olio dei pittori fiamminghi. Si tratta di un cammino verso una forma espressiva un tempo lontana dalle sue aspirazioni, ma che fa parte integrante della sua personale ricerca artistica, e che oggi rappresenta il suo nuovo e caratteristico mondo immaginario.
A tutt’oggi, Maurizio D’Agostini vive nella sua casa-atelier alle pendici dei Colli Berici, a Costozza, un piccolo borgo immerso nel verde, ricco di storia e di bellezza. Qui, ogni giorno persegue, attraverso lo studio e la lavorazione della materia, la sua profonda ricerca sull’arte e sull’esistenza dell’essere umano.